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Jérome Basserode
Opere, Glissements
La Foret qui court

Opere, Glissements è il titolo scelto per la prima personale in Italia dell’artista francese Jérome Basserode, nato a Nizza nel 1958. La mostra si articola su più livelli che innescano un rapporto diretto con l’anima nomade dell’artista, la sua poetica della memoria e il coinvolgimento sensoriale che l’artista chiede allo spettatore. 

La prima sala della galleria ospita l’installazione Partitions che comprende un oggetto che ricorda la struttura formale di un pianoforte a coda, ridotto però ad una estensione minima, secondo la struttura tecnica del clavicembalo: lungo e sottile, lo strumento possiede, come il clavicembalo appunto, solo 9 tasti, 5 bianchi e 4 neri. Realizzato in rovere, ebano, per i tasti neri, e osso, per i tasti bianchi, Partitions è calibrato su una sonorità piuttosto insolita, caratteristica che determina la prima tappa del “gioco” innescato dall’artista. A parete è esposta poi una serie di fotografie, immagini naturali o urbane, che costituiscono gli spartiti musicali che lo spettatore è chiamato a scegliere per poi interpretare. Lo spettatore diventa così attore di un’azione o “performance” della memoria, il musicista interprete dell’immagine e dei ricordi cui essa porta.

La seconda sala ospita una nuova versione della grande opera Sans Titre (Table de Lettres), parte della collezione dell’Institut d’Art Contemporain- IAC a Villeurbanne. L’installazione Sans Titre (Chaise de lettres),  è composta da una sedia in legno ricoperta e circondata da una montagna di lettere colorate. Le singole lettere che disordinate compongono una babele linguistica, sono lo strumento iniziale della costruzione di un linguaggio, delle memorie e  del processo evolutivo del genere umano. Anche in questa installazione lo spettatore è chiamato ad intervenire, costruendo frasi, parole, versi. 

Sans Titre (Annunciation), una fotografia su alluminio che raffigura una nuova annunciazione realizzata all’interno della Chiesa di San Filippo Neri a Torino, chiude il ciclo delle opere installate all’interno della galleria.

I lenti processi messi in opera dall’artista consentono di riflettere sull’esperienza umana, confrontando la propria individuale memoria con quella collettiva, universale e naturale. Anche i Manifesti, realizzati da pittori cartellonisti arabi su disegno dell’artista, sono un cammino lungo le innumerevoli camere della memoria. Esposti nella corte interna della galleria, ma anche all’esterno, sulla facciata della Chiesa di Largo Saluzzo e sulle facciate dei palazzi, i Manifesti parlano di una tradizione artigianale e pittorica antica e di una cultura diversa dalla nostra, ma vicina, in un quartiere vivo e multiculturale come quello di San Salvario a Torino.

L’articolata mostra personale di Jerome Basserode si completa infine presso la sala cinema del Centre Culturel Français di Torino con la proiezione dei film La Foret qui court – Ritratto di un artista, indagine poetica sull’opera e l’artista realizzata dal regista Gianfranco Barberi.

Antonella Nicola, Hyperion Arte Contemporanea, Torino
Jérome Basserode, Opere, Glissements
Jérome Basserode, La Foret qui court-Tra memoria e nomadismo,
video beta 22’, regia Gianfranco Barberi, RAI, Arte, Sette, sala Cinema del Centre Culturel Français di Torino.
Dal 16 aprile al 15 maggio 1999

In collaborazione con IAC Rhone-Alpes, Centre Culturel Francais de Turin, Galerie Michel Rein di Tours, Rai Sat Art.