PAOLO PARISI
Observatorium

Observatorium è la grande installazione di Paolo Parisi realizzata in occasione della sua mostra personale a Prato.
Una mostra che si articola su più livelli. 
Al centro della galleria “sorge” un cubo di cartone che, sulla scia delle “unità abitative” in cartone o ceramica realizzate nel corso del suo percorso artistico, trova qui una nuova dimensione, si ingigantisce e, per la prima volta, assume dimensioni reali, abitabili. Una sorta di architettura, atipica: un’unità dalle forme regolari all’esterno -ci troviamo infatti di fronte ad un cubo di circa due metri e mezzo per due e mezzo- che all’interno si ammorbidisce e arrotonda, prendendo le forme di un antro, in cui sentirci accolti. Piccole aperture, scavate nella materia, permettono poi uno sguardo quasi furtivo tra interno ed esterno, innescando un gioco di rimandi e richiami che aprono ad un paesaggio che diviene percepibile sotto forma di orizzonte e dettaglio, di scorcio e inquadratura, creando una forma di esperienza più complessa e sofisticata.
La struttura, così come le sculture più piccole in ceramica, si compone grazie ad un lavoro di assemblamento: i diversi strati di cartone, precedentemente disegnati uno ad uno e tagliati al laser, sono sovrapposti uno all’altro, in modo da dare forma a quell’architettura che, per via di questa natura non può che richiamare alle stratificazioni naturali, della terra.
Ma Paolo Parisi è sempre stato coinvolto dall’andamento delle linee geografiche e morfologiche della terra.

Da questo “Osservatorio” centrale possiamo poi volgerci ad osservare i grandi acrilici, monocromi. Anche questi nascono da una sovrapposizione, ma questa volta di strati di colore, su cui si percepisce anche l’uso della mano dell’artista, delle dita. Tre grandi monocromi neri aprono la narrazione all’ingresso della galleria, poi seguiti dal grande U.s.a.eu.a.a.a. (cadmium yellow), dall’acronimo “Uno sopra all’altro e uno accanto all’altro”, e dai verdi, Casa dell’Arte (RGB) (BPB) (GYO)”. Infine gli “Inverso” ed “Evento Inverso” completano la grande mostra.

I dipinti monocromatici sono realizzati utilizzando matrici che imprimono sulla tela griglie astratte poi alterate con l’intervento delle dita. Dai tre colori della tecnica fotografica, RGB, viene estratto e steso un solo colore che trasmette, attraverso il suo valore cromatico e lo spessore degli strati apposti, gli increspamenti e gli addensamenti, l’idea di spazio e dimensione. Il risultato è una serie di dipinti diremmo tattili, con colori brillanti, come il rosa e il giallo, acidi, come i verdi, o profondi e intensi come i neri e i grigi.

Galleria Nicola Fornello / Antonella Nicola e Enrico Fornello, Prato
Paolo Parisi, Observatorium
Luglio 2004